




Luogo: Verona
Progettisti: Stefano Benatti, Rino Cappelletti, Francesco Coleschi
Cronologia: Concorso internazionale di idee 2014
L’intero complesso produttivo è costituito da una moltitudine di inamovibili edifici: alcuni di questi sono necessari per la produzione del vino e sono principalmente collocati nella parte più interna del lotto.
Un edificio storico è invece piazzato all’ingresso del complesso, fronteggiando l’area di ingresso.
Vista la delimitazione ben netta dell’area in cui si trova l’area produttiva, non c’è possibilità di espandersi verso l’esterno con nuovi eventuali edifici, ma solo di rimaneggiare l’esistente al fine di dargli una connotazione più legata al tema del vino e all’ambiente in cui la struttura si trova.
Tutti gli edifici esistenti sono quindi un limite, ma suggeriscono di concentrare maggiormente lo sforzo progettuale tenendo conto della massa del complesso, così come della sua “fusione” con il territorio circostante.
I terrazzamenti – le coltivazioni a gradoni poste sulle colline presenti in questo territorio (dette “marogne”, una specie di terrapieni creata intorno al 19° secolo che permette di utilizzare i declivi più scoscesi per scopi di coltivazione delle uve) – così come la “trama” suggerita dalla pieta locale – antico sistema costruttivo modulare che prevedeva di creare terrapieni usando le tipiche pietre calcaree del luogo (Pietra Prun) posandole a lisca di pesce – diventano il podio di una struttura lignea che, metaforicamente, simbolizza la vigna, dove l’uva nasce e cresce rigogliosa, la quale si tramuta nello straordinario vino tipico di questo territorio.
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Questo è un progetto di Architettura. La progettazione dell’Architettura non è la mera proposizione di setti verticali, pareti, tetti e finestre che abbiano scopo puramente funzionale. Fare Architettura significa tener conto di una grandissima quantità di concetti, formali, funzionali, comunicativi, spaziali, storici. Un progetto architettonico non può prescindere dal contesto in cui si inserisce, così come non può non tener conto di chi lo utilizzerà, sia esso un’abitazione privata o un edificio pubblico . La ricerca di un’Architettura contemporanea che tenga però conto della memoria del passato, senza annullarla ne sfidarla, ma confrontandocisi, è la sfida di oggi,
“Lo scopo dell’Architettura è quello di trasformare il vuoto in spazio.”
El Lissitzky
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